Antonio Carena
appartiene a quella generazione di artisti che si è formata nel
difficile dopoguerra italiano; aveva infatti vent'anni nel 1945. In una
Torino allora unita nell'ideologia della "ricostruzione" dove
l'impegno morale e civile degli artisti affiancava quello degli intellettuali,
il giovane Carena, appena finita la guerra e dopo un'iniziale pratica
decorativa all'interno della sua famiglia, iniziò gli studi all'Accademia
Albertina, presso la Scuola di Pittura tenuta da Enrico Paulucci con assistente
Mario Davico. Egli scelse la libertà didattica della scuola di
Paulucci, aperta al colorismo fluido e vibrante, piuttosto che l'importante
scuola di Felice Casorati, dominata dal "sentimento classico"
della forma. |
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Delaunay, Masson, Matisse, Picasso, Tal-Coat, Tanguy; e nel 1947 la mostra "Arte italiana d'oggi-Premio Torino" a Palazzo Madama, organizzata da Luigi Spazzapan con un comitato composto da Piero Bargis, Umberto Mastroianni, Mattia Moreni e Ettore Sottsass, che rappresentò il primo dibattito nazionale del dopoguerra sulle ultime tendenze dell'arte contemporanea, dal neocubismo vincente al neorealismo (i premi andarono a Vedova, Pizzinato e Peverelli). [...] |